Se le colture alimentari fossero candidate all’Oscar, la cipolla vincerebbe il premio come miglior attrice non protagonista: infatti molti dei nostri piatti preferiti non avrebbero molto sapore senza questo ortaggio apparentemente semplice. Oltre a essere un ingrediente fondamentale nelle cucine di tutto il mondo, la cipolla vanta anche una lunga storia come rimedio medicinale. Considerato un “superfood” a tutti gli effetti, ha proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
Origini. Sembrerebbe che le cipolle selvatiche facessero già parte dell’alimentazione umana in epoca preistorica. La domesticazione dell’allium cepa, tuttavia, risale al 5.000 a.C. in Asia. La diffusione della cipolla in Europa è attribuita ai Greci e ai Romani. Negli Stati Uniti, questa pianta bulbosa arrivò con i Padri Pellegrini della Mayflower. Oggi, le coltivazioni di cipolle occupano più di 50.000 ettari di terreno agricolo americano, con una produzione annuale che si aggira intorno ai 3 milioni di tonnellate.
Coltivazione. La propagazione delle cipolle può avvenire attraverso due metodi principali: la semina diretta o l’impianto di bulbilli. In entrambi i casi, il terreno ideale è di natura argillosa, in quanto quest’ultimo fornisce un equilibrio ottimale tra struttura stabile, capacità di ritenzione idrica e caratteristiche di drenaggio e aerazione adeguate. Per evitare l’impoverimento del terreno, le cipolle dovrebbero essere sempre ruotate con colture che presentano caratteristiche diverse come la profondità delle radici, le abitudini di crescita e i requisiti nutritivi. Idealmente la rotazione delle colture dovrebbe avvenire su base annuale o biennale.
Irrigazione. Sebbene alcuni coltivatori di cipolle si affidino all’irrigazione a goccia, i produttori su larga scala optano spesso per i sistemi pivot. In termini di utilizzo dell’acqua non c’è una differenza notevole tra i due sistemi, ma a lungo termine l’irrigazione pivot presenta vantaggi in termini di gestione e costi. Questo potrebbe sembrare sorprendente visto che l’investimento iniziale per un sistema di irrigazione a perno centrale può superare del 30% circa quello di un impianto a goccia, con variazioni a seconda della regione. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, le linee di gocciolamento richiedono la rimozione pre-raccolta, lo stoccaggio e la reinstallazione per la stagione successiva. Questa manipolazione frequente aumenta notevolmente il rischio di danni alle attrezzature e la necessità di sostituire i gocciolatori. Di conseguenza, i costi di manodopera per manutenzione e riparazioni tendono a far lievitare il costo totale dei sistemi a goccia oltre quello di un impianto a perno centrale, tipicamente già due o tre anni dopo l’installazione iniziale.
Poiché i semi di cipolla vengono seminati a una profondità di appena 1 o 2 centimetri, è importante lavorare con gocce molto fini per evitare lo spostamento dei semi. È qui che il versatile Komet Precision Twister KPT si dimostra ancora una volta particolarmente efficace: a pressioni leggermente più elevate, è in grado di erogare gocce delicate mantenendo l’uniformità di distribuzione. Anche dopo lo sviluppo dell’apparato radicale poco profondo, l’irrigazione rimane un’attività delicata: da un lato, le cipolle hanno bisogno di un’umidità costante, soprattutto durante la fase di crescita del bulbo; dall’altro, sono molto sensibili alla compattazione e al marciume radicale, per cui un’irrigazione calibrata con precisione è di fondamentale importanza. Fortunatamente, il KPT è in grado di gestire le diverse fasi di crescita, producendo gocce uniformi e delicate.
Raccolta. Di norma, le cipolle sono pronte per la raccolta quando le “canne” della parte aerea si piegano da sole e i bulbi sono sodi. Come anche altre colture bulbose, come lo scalogno o l’aglio, le cipolle si estraggono delicatamente dal terreno e si mettono ad asciugare al sole, in uno spazio ben ventilato o in speciali locali di stagionatura a temperatura controllata. Questa operazione è fondamentale per eliminare l’umidità in eccesso, prolungare la conservabilità e migliorare le qualità organolettiche di questo ortaggio versatile, conservabile a lungo e dall’elevato valore nutrizionale.
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